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E'BAL 2025
Palcoscenici per la danza contemporanea

Un progetto di rete regionale sostenuto da

ATER FONDAZIONE

e condiviso da

Associazione Danza Urbana

Associazione Liberty/Stagione Agorà

Cantieri Danza
Collettivo Amigdala

Comune di Rimini

Cronopios - Teatro Petrella e Casa della Cultura Italo Calvino

Istituti Culturali della Repubblica di San Marino

L'arboreto – Teatro Dimora di Mondaino

Masque Teatro

Micro Macro

PKD - Piacenza Kultur Dom

Riccione Teatro

Santarcangelo dei Teatri

Sillaba Soc. Coop. (Villa Torlonia Teatro)

Teatro del Drago - Teatro Comunale di Gambettola

ATER Fondazione, oltre a essere l’ente capofila, partecipa al progetto di rete

con due Teatri del Circuito multidisciplinare regionale,

il Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno e il Salone Snaporaz di Cattolica

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PROSSIMI APPUNTAMENTI

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1 marzo 2025
21.00

Piacenza 

Teatro Trieste 34 
 
dalle 16.30 alle 18.00
Workshop presso l'Ostello del Teatro

> www.teatrotrieste34

THE WOMEN WE CARRY - LE DONNE CHE PORTIAMO 

Compagnia Lucia Moretti

con Lucia Moretti

Un viaggio emozionale e viscerale attraverso il teatro danza, un rito collettivo che esplora la storia di quattro donne. Forti, fragili, coraggiose, uniche perché vive. Ogni storia è un incontro, una traccia indelebile che segna il corpo e l'anima.

Love is the answer? O forse la risposta si cela nei corpi che danzano, nelle voci che sussurrano le storie mai raccontate, nei gesti che attraversano il tempo e lo spazio.

Questa performance ci conduce attraverso i Dili invisibili che connettono generazioni di donne—quelle che abbiamo amato, quelle che abbiamo perduto, quelle di cui portiamo il peso e l’eredità. Il corpo femminile diventa il libro aperto di storie, di rituali antichi e di una continua metamorfosi, testimone silenzioso di lotte e trionDi.

Ma cosa rimane di loro, di noi, delle rivoluzioni sussurrate e di quelle urlate? Quali segni incide il tempo sulla pelle e nell'anima? E come questi segni si trasformano in rivoluzioni intime e collettive?

Attraverso un linguaggio corporeo che fonde energia e delicatezza, la performance esplora le tracce lasciate dalle donne che ci hanno precedute, i gesti quotidiani trasformati in memoria viva, il passato che si fa presente per riscrivere il futuro. Un'esplorazione profonda delle radici, dell'identità e della memoria, in cui ogni gesto, ogni passo, racconta una storia che non può essere dimenticata.

Muoviti con coraggio. Sii spazio, tempo e anima.

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6 marzo 2025
21.00

Casalecchio di Reno (BO)

Teatro Laura Betti 

> www.teatrocasalecchio.it

DANSE MACABRE 

Jacopo Jenna

ideazione, coreografia, video, regia Jacopo Jenna / danza e collaborazione Ramona Caia, Andrea Dionisi, Francesco Ferrari, Sofia Galvan / collaborazione artistica e testi Roberto Fassone / suono Alberto Ricca – Bienoise / luci e direzione tecnica Mattia Bagnoli / costumi Eva di Franco / shooting video Matteo Maffesanti / organizzazione Luisa Zuffo / management Valeria Cosi – TINA Agency / produzione Klm – Kinkaleri / co-produzione Tanzhaus nrw Düsseldorf
progetto realizzato con il contributo di EFFEA – European Festivals Fund for Emerging Artists co-founded by the European Union / progetto Étape Danse sostenuto da Mosaico Danza/ Festival Interplay con La Fondazione Piemonte dal Vivo e il Festival Torino Danza, Bureau du Théâtre et de la Danse à Berlin, Fabrik Potsdam, La Maison centre de développement chorégraphique national Uzès Gard Occitanie, Théâtre de Nîmes. / Istituto Italiano di Cultura di Colonia | MiC-Direzione generale arti performative / MAD – Murate Art District , Centrale Fies, IntercettAzioni-Centro di Residenza Artistica della Lombardia, ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Santarcangelo dei Teatri, Fuorimargine – Centro di produzione di danza e arti performative della Sardegna

Vincitore Premio CollaborAction #6 – Network Anticorpi XL

Danse Macabre! è un invito austero a danzare verso l’ignoto, legando e affermando relazioni con il mondo attuale, ricercando attraverso una commistione visionaria tra corpi danzanti, film, testi, musica elettronica e luce. Le figure si specchiano e si raddoppiano, penetrano la propria immagine e diventano non solo interpreti ma anche incarnazioni del movimento sul palco.

La danza propria dei morti è una delle tematiche iconografiche più sviluppate nella storia dell’arte occidentale, fece emergere un pensiero più complesso sulla realtà, riflettendo anche sul concetto più generale che ogni movimento sopramondano e dell’aldilà sia danza: danzano le stelle, gli dei, gli spiriti, la natura.

Attraverso l’inclusione di un film come terzo elemento della costruzione scenica, la performance ricerca un’esperienza di spostamento percettivo dello spettatore, sondando la materia oscura dell’immaginazione.

Immaginare significa creare immagini interne, senza regole fisse, e collegarle fra loro fino a creare fantasie o storie che esistono dentro di noi e non nella realtà.

Parte dai materiali visivi sono stati pensati insieme all’artista Roberto Fassone, creando un entità altra attraverso dei testi che riflettono insieme al pubblico sul concetto di aldilà. La danza si manifesta in forme mutevoli tentando di liberarsi dalla violenza della rappresentazione, oscillando tra poli differenti per accostamenti, rendendo visibile l’invisibile in una tensione ipercosciente fra la vita e la morte.

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Residenza 6-15 marzo 2025

Prova aperta 14 marzo 2025
21.00
Mondaino (RN) 

Teatro Dimora

www.arboreto.org

FAMILY HOME EVENING
Joel & Graham Brown

Progetto di residenza inserito nell’ambito di Open Dialogo: programma di scambio internazionale a sostegno delle migliori pratiche nella danza e disabilità gestito da Stopgap Dance Company e commissionato da Arts Council England, Ministero della Cultura italiano (Direzione generale Spettacolo), Istituto Italiano di Cultura di Londra, British Council.

Joel Brown è coreografo, compositore, danzatore e autore.

Graham Brown è assistente alla coreografia e co-autore.

Family Home Evening (di e con Joel and Graham Brown) è la condivisione di una danza, una musica e una storia basata su una casa e la famiglia che la abita. In questo spettacolo, Graham e Joel portano avanti una ricerca sullo sviluppo di un vocabolario di movimenti che intrecci le tematiche della famiglia, della religione e della disabilità in uno scambio intimo e reciprocamente nutriente.

Joel (36) e Graham (45) Brown sono danzatori, coreografi e fratelli. Sono cresciuti danzando nella scuola di danza della madre, che a sua volta aveva imparato a danzare dalla zia, Virginia Tanner. 
Un incidente stradale nel 1998 rese Joel paraplegico all'età di nove anni. Graham, più grande, rimase colpito dalla fisicità e dall'atletismo del fratello e creò un duetto per i due, “I've Had it Up to Here”, nel 2003, ponendo le basi per la carriera professionale di Joel.

Joel e Graham stanno ora cercando di chiudere il cerchio creando un nuovo assolo per Joel che esplora la famiglia, la disabilità e la mascolinità. Lo spettacolo sarà ispirato al concetto del “Family Home Evening”, un rituale mormone che veniva praticato nella loro famiglia quando erano piccoli. Joel racconterà storie, canterà canzoni e danzerà in un ambiente intimo di condivisione.

Dopo lo spettacolo, Il pane quotidiano. Moltiplicazione degli sguardi: dialoghi ravvicinati con artisti e spettatori a cura di Francesca Giuliani

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15 marzo 2025
21.00

Piacenza 

Teatro Trieste 34 
 
dalle 16.30 alle 18.00
Workshop presso l'Ostello del Teatro

> www.teatrotrieste34

FROM C.TO YOU
A LOT OF 


Lost Movement

FROM C.TO YOU di Giovanni Careccia e Christian Consalvo / co-produzione FLIC – Festival Lanciano in Contemporanea / con il supporto di ArteMente lavoro sostenuto da Sanpapié

A LOT OF di Niccolò Abbattista e Christian Consalvo / musiche di Filippo Ripamonti / con Giovanni Careccia, Enrico Luly e Gioele Cosentino / costumi di Leonardo Rossi / coproduzione FLIC – Festival Lanciano in Contemporanea / La compagnia Lost Movement è oggi supportata da Sanpapié, / Organismo di produzione della danza sostenuto dal MiCSINOSSI

FROM C.TO YOU

è una lettera che sa di confessione. In uno stanzone buio si susseguono ombre e suggestioni appartenenti ad un inconscio condiviso. Immagini frammentate prendono vita guidate da frasi e domande che brillano su un display. Sono pensieri casuali che potrebbero appartenere ad ognuno di noi. Sono le parole che scegliamo di non dire tutte quelle volte che decidiamo di spegnere quella fastidiosa vocina nella testa.

Un uomo totalmente nudo di schiena, un ritorno al primordiale, un’assenza di sovrastrutture sociali.

È Caino? Adamo? Abele?

Un jukebox di pensieri che vanno e vengono su frequenze sbagliate. Frammenti di danze, parole e canzoni senza soluzione di continuità.

Cos’è la violenza? Cos’è violento? Chi lo è?

Amo me. Ama lui. Ama lei. Loro si amano. Io amo lui. Lei ama me. Ci amiamo.

Quello che vediamo riflesso allo specchio è ciò che vogliamo vedere, non è la realtà, ciò che guardiamo dell'altro è una nostra rifigurazione, creiamo nuove identità.

È il luogo dove finiscono i pensieri che non confessiamo a nessuno, un viaggio all’interno del labirinto della mente di un uomo qualsiasi, un flusso di coscienza in movimento che sfida il voyeurismo del pubblico.

Mettere in luce ciò che dovrebbe rimanere al buio. Da qualunque istinto e pensiero si può fuggire.

A LOT OF

In costante ricerca. Il bisogno dell’altro. Avidità di contatto, profumi e sapori. Liberati del freno inibitorio del pudore e delle convenzioni sociali cosa potrebbe accadere? Siamo tutti animali? Quanto possiamo desiderare chi ci circonda? Quanto e quanti possiamo amare? Due corpi, poi uno e poi improvvisamente tre. Imprevisti e probabilità. Ritmi e rituali che percuotono, s'intrecciano e distorcono. La grazia innaturale di Nijinsky. L'istinto predatorio appartiene al DNA dell'essere umano. Marcare il territorio diventa un gioco, immaginare diventa un’esigenza. Quanto spazio abbiamo nel nostro corpo, nella nostra mente e nel nostro animo? Quanto possiamo ospitare dentro di noi? Fame.

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27 marzo 2025
21.00
Cattolica (RN)

Salone Snaporaz

> www.teatrodellaregina.it

ALEX /A SOLO IN THE SPOTLIGHTS
Roberta Maimone / Vittorio Pagani

ALEX  coreografie e direzione artistica: Roberta Maimone / assistente: Lela Di Costanzo / performer: Roberta Maimone, Alessandra Maimone / musica: Clara Cozzolino / costumi: Roberta Maimone / con lavori fatti a mano da: Alice De Maio, Giacomo Raffo / Il progetto ALEX è sostenuto dai fondi municipali di Amsterdam AFK. Residenza artistica per la ricerca coreografica in Korzo Theater de L’Aia. Sostenuto dalla casa di produzione ICK di Amsterdam durante il periodo di prova e sperimentazione artistica e dalla Compagnia Arearea di Udine. / Progetto selezionato per la Vetrina della Giovane danza D’autore extra – Network Anticorpi XL, Ed. 2023

A SOLO IN THE SPOTLIGHTS coreografia: Vittorio Pagani / testi: Vittorio Pagani / interprete: Vittorio Pagani / aiuto alla drammaturgia: Hannes Langolf, Martin Hargreaves / produzione: The Place London / co-produzione: LARVÆ / produzione esecutiva: EQUILIBRIO DINAMICO / disegno Luci: Mark Webber / musiche di Adolphe Adam, Tomat, kwajbasket, Patti Smith e Allen Ginsburg, Queen

ALEX testimonia un viaggio psicologico trasformativo, in cui l’introspezione e il confronto portano a una comprensione più profonda di se stessi e degli altri. Incontrare qualcuno funge da specchio, rivelando aspetti sconosciuti della nostra personalità.
Richiede pazienza, osservazione, ascolto, empatia e la disponibilità ad accogliere l’altra persona. Con i suoi personaggi cartonati, “ALEX” evoca sorrisi, aggiungendo gioia all’esperienza e offrendo un’opportunità di riflessione, di crescita e coltivazione di connessioni autentiche.

A SOLO IN THE SPOTLIGHTS

Attraversando danza, parole e proiezioni video, il solista esplora aspetti della vita sulla scena, e le trasformazioni che un corpo affronta quando messo sotto i riflettori. In una scissione tra il corpo e l’immagine, il danzatore si scompone, celando o mostrando parti di sé nel tentativo di soddisfare le richieste tipiche della sua professione.
Illustrando esperienze personali e testimonianze altrui, A Solo in the Spotlights punta il riflettore verso un performer che, dopo anni di silenzio, prende la parola e si interroga: Come trovare un’autenticità quando c’è un ruolo da ricoprire?
È possibile accontentare il pubblico, i datori di lavoro e se stessi?
Ispirato alle storie di grandi personaggi e dei loro celebri interpreti, A Solo in the Spotlights prova a rispondere a questi quesiti.
Una dedica a Norma, Amy e a chi vuole ballare.
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